E avevano ragione loro…

… mamma e papa’. Sai quando ti dicono “Non cedere alle tentazioni, alla pigrizia, la strada per l’inferno e’  lastricata di buone intenzioni, solo con la fatica e la costanza potrai ottenere cio’ che vuoi…” e tu, adolescente, li intravedi con sguardo vacuo, la loro figura in semitrasparenza attraverso il tuo desiderio che la piantino? Sulla vita non so se dicevano giusto, ma i loro principi applicati al fare il ghee valgono. Il primo che ho fatto mi e’ venuto benissimo. Forte del risultato (va’ che figo che sono, e’ ‘na cazzata farlo…) mi dedico con meno cura a una ristampa. Percio’ il secondo mi viene cosi’ cosa’, l’ho dovuto poi rimettere in cottura (dopo che si era raffreddato… mi sa che mi sono inimicato Taraka e credo anche la Trimurti — spero non la Camusso) e comunque qualcosa e’ venuto. Il terzo e’ diventato una specie di brodo giallo, a meta’ tra lo sciacquo del mixer dopo che hai fatto il frullato di mela per il pupo e il frullato stesso che il medesimo pupo ha appena vomitato mentre lavavi il mixer. Allora mi son detto “Beh dai, ricuocio anche questo”: quando mai. Qualcuno ha bisogno di un chilo e passa di burro fuso buono con la salvia? Io ne ho, lo divido volentieri. Cosa ho sbagliato? Troppo alta la fiamma (va bassissima o bagnomaria), forse burro di cattiva qualita’. Ora lo sto rifacendo (pirla, se stai qua a scrivere lo fulmini! No, ho messo il timer. Cicca cicca) con il burro che si chiama come quelli che non hanno le mani. Burro Infortunio? Burro Monchi? No, burro Galli: i galli non hanno le mani perche’ le galline non hanno le tette, non lo sapevate?

Ecco, l’ho rifatto. Il profumo e’ buono ma e’ sempre di una consistenza, come dire, sai quando generi quelle pappette semiliquide o le salse impazzite, e mentre le versi per buttarle fanno quel brutto rumore che i colitici ben conoscono? Ecco, cosi’. Ma gia’ puzzicchiava di burro fuso… spero di aver evitato un altro kg e mezzo di burro col profumo che richiama le bistecche! Pensi di fare una crostata e poi sa di costata: di buono ci sarebbe che aggiungeresti la mammellata invece della marmellata.

Aggiornamento (perseverare e’ diabolico): ho ricotto pure quest’ultima tornata, in pentola con fondo PIU’ spesso (la mia amica Marta dice che va fatto a bagnomaria) e qualcosa s’e’ ottenuto. Sempre al limite del burro fuso, colore piu’ simpatico, messo in un palloncino rosso potrebbe servire a spiegare come funziona un brufolo. Poi provo a usarlo: ho finito la roba da colazione, quella senza glutine costa uno sproposito, e io non ho diritto agli alimenti come i celiaci e le divorziate.

A-ri-aggiornamento: foooorse ho capito cosa sbagliavo, l’ultimo m’e’ venuto bene come il primo, sta’ a vedere che e’ solo questione di stratificazione della cialtroneria: piu’ prendi confidenza e meno stai attento ai particolari. Si’, e’ proprio per quello. Ci sono stato attento e ho visto che il momento critico e’ alla fine del processo, quello in cui in pochi secondi si chiude un cammino lungo e faticoso che dovrebbe poi farti ottenere quello che cercavi. Un po’ come ciulare, solo che qua ci vanno 2 o 3 ore e si chiude in 5 minuti, nell’altra attivita’ in 5 minuti c’e’ trailer, film, finalone con pop corn, sigaretta e abbiocco. Quindi bisogna fare attenzione alla fase finale, dicevo, non va bruciato ma neanche lasciato indietro altrimenti rimangono le brode di cui sopra. Insomma, ve tocca de lavora’…

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