Avete il pandoro tutto sudato e appiccicaticcio che aspetta lo zucchero a velo come i bambini il borotalco per lenire il rossore: che fate? La barbara aspersione dello zucchero dalla bustina, che vien giu’ a grumi tutto in un punto, o il versamento dello zucchero stesso nel sacchetto del pandoro poi opportunamente sgigottato (agitato), mossa che rende il sacchetto brutto come fosse stato preso in discarica? No, voi avete i miei consigli! (come siete messi male…)
Fatevi voi lo spargizucchero unendo liete e dolci fasi della vostra vita. Innanzitutto, dalla tortura che e’ un matrimonio o una comunione ricavate, tramite gioiosa asportazione dei confetti per trangugiamento, il velino di tulle che li conteneva. Poi, dal primo droghiere o supermercato, acquistate un barattolino di frutta secca, che so, prendete gli anacardi senza fare i tirchi, sono buoni. Sapete quei barattolini di latta grossi poco piu’ di un bicchiere? Ecco, l’importante e’ che abbia il coperchietto di plastica, che non ho mai capito a cosa serva dato che gli anacardi se li apro li finisco. Anche voi finite gli anacardi, lavate il barattolo, prendete il coperchietto e tagliategli via la parte interna, che vi rimanga solo un anello: ora riempite il barattolo di zucchero a velo, appoggiate sopra il tulle e fermatelo con l’anello. Se avete fatto un taglio un po’ meno grossolano di quelli della Fornero, potete anche appoggiare il pezzo di coperchietto avanzato a mo’ di tappo. Rifilate il tulle, che il tutto non paia una ballerina ubriaca, et voila’! avete il vostro fantastico spargizuccheroavelo ricavato mangiando confetti e anacardi.